Vediamo un po cos’è questa sconosciuta 🙂 La batteria è un elemento essenziale sugli autoveicoli in quanto danno quella “scintilla” utile alla messa in moto del veicolo da fermo senza sforzi. I tipi di batteria sono molti, ma praticamente si possono suddividere in 3 tipi.
- Quelle che necessitano di manutenzione (le tradizionali).
- Quelle a manutenzione ridotta.
- Quelle senza manutenzione (l’unica manutenzione è la pulizia dei morsetti).
“Manutenzione” è un termine che fa specifico riferimento alla frequenza e all’intensità dei rabbocchi di acqua distillata ,operazione che serve a trasformare idrogeno e ossigeno gassoso durante la fase di carica.
Brevemente le cose da “guardare” in una batteria sono:
La corrente di spunto: E’ una grossa quantità di corrente erogata in un tempo piccolissimo. Piu’ alto è il valore e “meglio parte il mezzo”. Es.pratico: In una batteria di 55Ah la corrente di spunto sarà di circa 270Ampere, ovvero circa 6 volte la capacità della batteria.
La capacità : E’ il valore massimo di corrente erogabile dalla batteria.
L’autoscarica: E’ un fenomeno chimico nel quale le celle di carica perdono le loro proprietà chimiche.
La solfatazione :E’ un fenomeno chimico nel quale il solfuro di piombo prodotto dalla batteria si deposita sulle celle di carica, riducendone le prestazioni.
Quindi nelle batterie a manutenzione o a manutenzione controllata, per tenerle in perfetto stato piu’ a lungo possibile, bisogna controllare sempre il livello “dell’elettrolita” (significato spiegato qui sotto) in quanto nel caso il livello sia basso e le piastre siano scoperte, danno modo alla formazione di ossidi e al depositarsi di sostanze metalliche (detti fanghi) sul fondo della batteria causando il cortocircuitarsi degli elementi e danneggiandola permanentemente.
Per le batterie chiuse (senza manutenzione Per del tipo Gel o MF ) non c’è bisogno di nessun intervento, tranne che il controllo della carica, quindi di tanto in tanto accendete la bestia in modo da mantenere la batteria “allegra”.
Per chi usa caricatori di batteria, bisogna stare attenti a che la corrente di carica erogata sia 1/10 della corrente della batteria per evitare danneggiamenti ed una corretta carica. Ci sono poi dei “mantenitori” di carica, che erogano correnti molto basse con il solo scopo di mantenere la batteria efficiente.
Approfondimento:
Vediamo in dettaglio di cosa si parla (Notizie scopiazzate qua e la su internet 🙂 )
Cenni storici:
I più usati sono gli accumulatori al piombo inventati da Planté (1859) e perfezionati da Faure (1881): sono costituiti da due lastre di piombo (rispettivamente anodo e catodo) immerse in una soluzione acidulata con acido solforico.
Piombo e acido
Le batterìe per auto/moto accumulano e rilasciano energia elettrica per la reazione chimica che avviene tra una serie di piastre alternate: di piombo (Negate al polo “più”) e di ossido di piombo (al “meno”). Le piastre si scambiano elettroni (è la corrente elettrica) facendoli “viaggiare” in un liquido (l’elettrolita: acido solforico diluito in acqua) in cui sono immerse; lo tensione che si ottiene è di 2,1 volt. Ci sono sei serie di piastre, contenute in “celle” delimitate da divisori, e collegate in serie per sommarne le tensioni; tra i poli misurano circo 12,8 volt a batteria carica (a 12,2 volt è già scarica). Tranne casi eccezionali, le batterie, sono di due tipi: “tradizionale” (con elettrolita “libero”) e AGM (Absorbent Gloss Mot, “miao fibra di vetro assorbente”) in cui l’acido inzuppa un “feltro” che circonda le piastre. Nelle AGM, il liquido non si disperde neppure se in coso d’incidente si rompe l’involucro; inoltre, hanno più “corrente di spunto” al’avviamen-to. Però, costano quasi il doppio e devono essere posizionate nel baule o nell’abitacolo (perché “soffrono” le alte temperature).
Scoprire quando è fuori forma.
La durata di un accumulatore cambia molto in base alla qualità e all’utilizzo. I primi segnali di cattivo funzionamento si notano all’avviamento, quando il motorino gira più lentamente del solito. I giri brevi “consumano” la batteria, non dando il giusto tempo di ricarica. La prima cosa da fare è mettere la batteria sotto carica, TUTTO OK SE LA SPIA È VERDE. Per indicare lo stato di carica, alcune batterie hanno il cosiddetto “occhio magico”: una finestrella che mostra una pallina di plastica verde galleggiante nell’elettrolita. Vìa via che la batteria si scarica, la concentrazione di acido si riduce fortemente (come pure la densità) finché la pallina viene a pesare più del liquido e affonda (“l’occhio” diventa nero, indicando che la batteria è prossima a scaricarsi). In realtà, il sistema è poco affidabile: indica lo stato di una sola cella (su sei) e non tiene conto di eventuali danni alle piastre.
Senza manutenzione ? Sì, ma comunque bisogna controllarle.
Le batterie vengono sigillate per motivi di sicurezza: non perdono acido neppure se capovolte. Di conseguenza, sono anche “senza manutenzione”: non si devono rabboccare di acqua distillata come si faceva un tempo. L’utilizzo di piombo più puro (con meno tracce di altri metalli) ha ridotto le reazioni chimiche che causano evaporazione; cosi l’elettrolita basta per tutta la vita dell’accumulatore. Bisogna solo tenerla nella giusta carica.
Vita e Cicli di carica:
In media una batteria è garantita per circa 1500-2000 cicli di carica minima, ovvero un utilizzo normale del mezzo per circa 1-2 anni
www.roadeaters.it
1 Commento a questo articolo
Ottimo e utilissimo, considerando il periodo attuale in cui molti di noi han tenuto ferma la bestiola in garage senza usarla, con probabile abbassamento della batteria. Consiglio del buon saggio Compagnucci: “accendete la moto ogni 15-20 giorni per un paio di minuti a farla rollare…”
..e a proposito. Questa mattina, la bestia non è partita e l’ho dovuta accendere a “strappo”. Tornato a casa, mi sono incuriosito e ho smontato la batteria “senza manutenzione”. A prima vista i tappi non si vedono perchè ben “camuffati”. Una volta trovati e smontati, ho visto che nelle celle di carica l’acqua era assente. Ho rabboccato l’acqua e messo in carica la batteria … magari funziona e mi dura un altro anno 🙂
Oggi 20 Febbraio, dopo 7 anni dalla sua fabbricazione, la mia batteria è “MORTA”, anzi, diciamo che l’ho finita di ammazzare io !! 🙂
Se la batteria è arrivata alla sua fine, per piu’ che gli mettiamo l’acqua, ci sobbiamo rassegnare al fatto di buttarla !.
Attenzione solo ad una cosa, nel caso in cui vogliate farlo, nei tipi di betteria dov’è permesso rabboccare l’acqua, questa operazione viene indicata con una dicitura sopra i tappi, altrimenti lasciate perdere, questa operazione potrebbe compromettere definitivamente la batteria oltre che la moto.
Articoli correlati