” Sulle moto le cinghie dentate sono arrivate verso gli anni Settanta ma non hanno riscosso lo stesso successo delle quattro ruote. Uno dei primi modelli ad utilizzarla è stata, nel ‘71, la Ducati , con la 500 bicilindrica da GP sviluppata da Renato Armaroli e, qualche anno dopo, la Morini 3 1/2, la prima moto di serie con distribuzione ad aste e bilancieri equipaggiata con una cinghia dentata.
Anche Honda ha percorso questa strada nel 1975 con il quadricilindrico boxer della Gold Wing 1000. Nel 1977 Ducati ha proseguito presentando la bicilindrica Pantah con distribuzione monoalbero desmodromica con due cinghie dentate. Fu un passo importante di cui si avvertono le conseguenze positive anche nei modelli attuali.
Diversi anni dopo, negli anni Ottanta, la cinghia dentata fu adottata sui monocilindrici Rotax 500 e 350 monoalbero raffreddato ad aria e sul Gilera Dakota.
I motivi principali per lo ” scarso ” successo sono probabilmente da ricercarsi nelle dimensioni, non troppo contenute rispetto a quelle degli organi della moto. Questo risulta essere uno svantaggio legato alla perdita di compattezza.
Un secondo problema è legato al fatto che le cinghie devono lavorare a temperature di esercizio limitate, questione spinosa per una motocicletta a dispetto di una catena che non presenta questo inconveniente. Poi c’è da parlare della durata della cinghia che, spesso, viene messa in difficoltà dall’uso che si può fare di una motocicletta soggetta anche a forti sbalzi. Una catena, in questo senso, si dimostra nettamente più longeva.
Sembrerà strano ma anche il fattore estetico ha influito, soprattutto nei modelli equipaggiati con motori raffreddati ad aria.”
Negli ultimi anni, con l’avvento di nuove teclologie le cinghie dentate stanno subendo una grande trasformazione e sono sempre piu’ i costruttori che le utilizzano con ottimi risultati, Harley Davidson,Buell,BMW ….
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