Seguendo questa logica, del Testastretta “dimezzato”, ipotizziamo un alesaggio di 106 mm e una corsa di 71,5 mm, che porterebbe a raggiungere la stessa velocità nominale di 9.500 giri/min del V2. Rispetto al mono della KTM, ciò significherebbe una regime maggiore del 18%.
Ma, immaginando una strategia più conservativa in favore di una
ancora maggiore affidabilità, il motore Ducati dovrebbe avere almeno lo
stesso potenziale del 690 KTM, anche se teoricamente potrebbe arrivare
anche vicino alla soglia degli 80 CV contro i circa 74 (dichiarati) per
l’unità austriaca Lc4. Ciò sarebbe supportato dalla testata più
complessa della Ducati che immaginiamo possa sfruttare un doppio albero a
camme, magari condito da distribuzione desmodromica, mentre per KTM
abbiamo un solo albero a camme.
Qualora dovessero essere confermate queste nostre ipotesi, stiamo parlando del mono di serie più potente oggi al mondo. Roba da sollevare l’asfalto quando si da gas. Sarà davvero così? Al momento non abbiamo altri dettagli, ma presto ne dovremmo sapere di più. Magari già ad EICMA. Stay Tuned!”
Quando c’è poca aderenza bisogna essere leggeri e fluidi
nei movimenti, evitando i movimenti bruschi. Le curve sono il momento
più delicato: per evitare brutte sorprese bisogna sporgersi più del
solito con il corpo verso l’interno della curva. In questo modo si
riduce l’angolo di piega della moto e si stressano meno le gomme.
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