Con un po’ di ritardo ecco un piccolo resoconto di questa vacanza…
Domenica 8 agosto, si parte in sella alle nostre Honda Africa Twin e Yamaha xjr1300, destinazione Marina Di Ragusa, all’estremo sud della Sicilia, forse non tutti sanno che è anche più giù di Tunisi. Prima tappa al Decathlon di Molfetta per un sacco a pelo, un panino al volo, caffè, benzina e poi giù verso Taranto. Arrivare sulla costa ionica e vedere i cartelli per Reggio Calabria che indicano ancora 450 Km, devo dire che fa un certo effetto.
Dopo Sibari si va ad ovest ma siamo allergici all’autostrada e in questo caso si tratta della famigerata Salerno-Reggio Calabria, perciò tagliamo di netto la Calabria per raggiungere il Tirreno, tra decine di paesini e miliardi di tornanti, nel frattempo si fa buio, la fame fa capolino e ci fermiamo per un panino. Ottima accoglienza, giusto il tempo di sedersi e il gestore ci confida che anche lui è motociclista, ha una Guzzi d’epoca…
Arrivati sul Tirreno ci accampiamo in spiaggia e facciamo riposare un po’ i motori, e noi accanto nei sacchi a pelo. La mattina seguente colazione a Belvedere Marittimo poi si scende a Reggio Calabria attraversando paesaggi bellissimi, prendiamo il traghetto abbastanza velocemente e poi giù verso Catania, il caldo e la stanchezza si fanno sentire, più che per la benzina ci si ferma perchè bisogna bere spesso, arriviamo a Marina di Ragusa alle 18. Doccia, cena e poi anche se siamo un po’ stanchi usciamo lo stesso.
La sera qui ci si diverte, molta gente in giro, quello che colpisce è l’ospitalità, la varietà di locali, musica, divertimenti, di tutti i tipi, c’è proprio la cultura del turismo.
Il giorno dopo facciamo un’escursione ad Avola Antica nella riserva Cava Grande, un fiume in fondo ad una specie di Gran Canyon profondo circa 400m, si scende giù per un sentiero 3/4 d’ora, meglio non pensare alla sera quando si dovrà rifarlo in salita… passiamo la giornata facendo il bagno nei laghetti, acqua fredda color smeraldo, paesaggio selvaggio, incontaminato.
L’inasprimento del codice della strada colpisce anche i più furbi. Prima, infatti, la sanzione consisteva esclusivamente in una multa di 78 euro. Ora invece chi inclina la targa per sfuggire agli autovelox viene punito con il fermo amministrativo della moto per tre mesi.
Il fermo amministrativo non è uguale alla confisca. Nel casco della confisca, per farsi restituire la motocicletta basta che il proprietario sia una persona diversa da chi ha commesso l’infrazione (in questo caso, da chi semplicemente era alla guida). Il fermo amministrativo, invece, viene applicato in ogni caso, a meno che la moto non sia stata rubata, con tanto di denuncia alle forze dell’ordine. In caso la moto sia stata “sottratta” da un familiare, bisogna provare che ciò sia avvenuto a insaputa dell’intestatario del motoveicolo. Il fermo amministrativo si applica anche se la targa è montata in modo non corretto. In quest’ottica la targa deve essere necessariamente montata su un supporto adatto a questo scopo e che rispetti la normativa che cita precisamente come corretta la “posizione verticale”. No quindi a portatarga da pista o modificati. Facciamo presente inoltre che molti dispositivi automatici di rilevazione delle infrazioni (velox, tutor, cam) sono ormai posizionati a un’altezza tale per cui diventa inutile inclinare la targa in orizzontale. Le fotocamere sono infatti collocate abbastanza in alto da rendere vano lo stratagemma dell’inclinazione.
Considerati gl impegni settimanali di tanti, mi son permesso di proporre un giretto con pranzo a Schiavi d Abruzzo. Comunicate adesioni per prenotare. Grazie. PS : ci ritroviamo a P.za del Papa alle 09.30 , con pieno effettuato.
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