Questa mattina, mi hanno informato di un incidente consumatosi ieri, dopo che ci siamo staccati dal gruppo di Campobasso. Un ragazzo di Casacalenda con una hornet, nelle vicinanze di Vieste, è scivolato ed è andato a finire sotto una pala meccanica a bordo strada. Per fortuna il ragazzo e la ragazza che portava dietro, non si sono fatti niente a parte qualche piccolo graffietto guaribili in pochi giorni. Questo grazie ad una serie di circostanza fortunate ma soprattutto grazie all’attrezzatura che il ragazzo indossava. Casco, guanti, tuta, stivali hanno ammortizzato il colpo tra moto,strada,pala e moto. La ragazza invece che non portava i guanti ha riportato solo qualche graffio sulle mani. Per fortuna tutto OK anche dopo gli accertamenti in ospedale.
La moto invece ha riportato la torsione del manubrio e un’ammaccatura sul serbatoio, è stata lasciata li sul posto e a breve verrà riportata a casa.
Tutto il nostro gruppo ti augura presta guarigione. Forza.
Come togliere bozze ed ammaccature con il fai da te.
Il procedimento funziona sia sulle auto che sulle moto.
MATERIALE NECESSARIO:
Asciugacapelli (deve avere un bel getto di aria calda)
Bomboletta di aria compressa (quella per pulire le tastiere dei computer per capirci)
PROCEDIMENTO:
Pulire la superficie del bozzo
Scaldare l’ammaccatura da riparare con l’asciugacapelli per almeno 1 minuto; questa operazione deve essere fatta da vicino
Appena finito il “riscaldamento”, spruzzare molto velocemente sul bozzo con la bomboletta di aria compressa CAPOVOLTA spostando il getto nei vari punti finché tutta l’area del bozzo non risulterà ghiacciata.
Attendere che tutto il ghiaccio si sciolga: durante questa fase sentirete letteralmente scrocchiare la lamiera e vedrete il bozzo riuscire all’esterno
Quando il ghiaccio sarà completamente sciolto, pulite e asciugate con un panno.
La bomboletta di aria compressa si usa capovolta perchè esse contengono CO2 (biossido di carbonio o anidride carbonica). Spruzzando con la bomboletta dritta, da essa uscirà semplice CO2 gassosa, ma se spruzziamo con la bomboletta capovolta avremo a disposizione CO2 LIQUIDA ad una temperatura di circa – 80 °C che ci permetterà di attivare la reazione caldo-freddo che di fatto ripara l’ammaccatura.
Attenzione all’uso improprio delle bombolette e prima di lavorare assicuratevi occhi e mani.
Consiglio di leggere i documenti postati, sono circa 14 pagine senza immagini ;( ma bisogna leggerle per capire di cosa si parla… oltretutto non possiamo pensare ad un motoclub se non sappiamo nemmeno cosa comporta, il sentito dire non basta …
Iniziamo:
1) Andare da un commercialista e fare l’Atto e Statuto costitutivo del Motoclub…circa 250,00 € e forse qualcosa in piu’. Nel nostro caso per fortuna c’è FINGER che pensa a tutto questo.
Ed ecco spiegate un po meglio come funzionano le cose: 1_fondazione
2) Associare il motoclub alla FMI (teniamo presente che la nostra sarebbe un’affiliazione per la prima volta e che nella nostra città è già presente un motoclub , per giunta FMI, se non sbaglio Moto Club Pro Racing. (CO. RE. F.M.I. Abruzzo e Molise)
1) E’ essenziale essere affiliati all’FMI per creare un gruppo di amici motociclisti ?
2) La rivista che spediscono dall’FMI sarà bellissima, ma forse in edicola si trova qualcosa di simile.
3) A questo punto, l’intento di creare un gruppo motociclistico per divertimento, diverrebbe un gruppo motociclistico con un sacco di obblighi ( raduni, partecipazioni, tessere, affiliazioni ), la cosa diverte ancora ?
4) Teniamo presente che essere iscritti all’FMI non assolve dal fatto di dover comunque pagare una quota nei vari eventi sportivi e di dover versare quote all’FMI anche per eventi organizzati dal club associato, vale la pena ?
6) L’FMI inoltre è in grado di rilasciare, ovviamente sempre sotto pagamento, licenze sportive , corsi pratici e teorici e iscrizioni alle moto d’epoca … Sono un pilota che deve sostenere esami di recupero con una moto d’epoca ? non mi sembra….
Mah…
Non appena quelli della FMI risponderanno alle mie domande, postero’ domande e risposte sul forum.
Tenetvi aggiornati.
(Come sempre, se ci sono cose sbagliate o cose che volete aggiungere commentate pure … vediamo di chiarirci le idee)
Bene come promesso, ecco qui una scansione .pdf del versamento che i Road Eaters come gruppo hanno fatto alla protezione civile in modo che possano meglio aiutare le famiglie colpite dal terremoto in abruzzo.
Ieri, sabato 25 Aprile 2009, abbiamo provato le Bimota Tesi 3D, DB6 Delirio e DB7, presso la concessionaria “Moto Garbuglia” ad Atri (TE). Le moto del test drive sono state messe a disposizione dalla Bimota stessa.
Le moto prodotte dalla casa di Rimini, sono moto costruite per la maggior parte a mano e impiegano materiali pregiati e soluzioni raffinatissime per la loro ciclistica. Come telai e forcelloni in traliccio composito per DB7 e Delirio e a piastra in ergal ad Omega per la Tesi 3D, il tutto completato da un ulteriore utilizzo di ergal, carbonio e titanio. Il motore invece é sempre stato fornito da altre case, anzi ricordiamo che la prima lettera presente sui nomi dei modelli, sta sempre a indicare l’ inziale della casa fornitrice del propulsore:
D= Ducati, Y= Yamaha, S= Suzuki
Dunque, le moto che abbiamo provato ieri, montavano tutte i motori della casa di Borgo Panigale: Desmodue 1079cc, 95hp raffreddati ad aria, per Tesi 3D e Delirio. Desmoquattro Testastretta Evoluzione 1099cc, 168hp raffreddato a liquido per DB7.
Le Bimota sono sportive “estreme” nella guida e soprattutto nell’ ergonomia. Le selle sono rigide e sagomate, le sospensioni tarate per una guida d’ attacco e l’ assetto generale é stato concepito per una guida soprattutto dedicata alla pista.
La più originale e scomoda del gruppo é la Tesi 3D, una moto caratterizzata dall’ assenza della tradizionale forcella anteriore, sostituita da un forcellone con ammortizzatore pneumatico Double System e da un sistema idraulico di sterzata, comandato dal manubrio al centro del telaio e alla ruota, tramite delle aste di reazione snodate.
Un pò come avere una decina di ammortizzatori di sterzo. Il risultato é una stabilità ineguagliabile della moto, sia in curva che sul dritto. Anzi proprio per questo la moto va guidata un pò di “forza” per portarla al meglio sul misto. Inoltre la posizione di guida é da “fachiro”, con i semimanubri bassissimi e avanzati, che stancano molto in fretta i polsi. Eccellenti i freni! Basta una lieve pressione sulle leve per avvertire un forte senso di decelerazione. Il motore, il collaudato Desmodue, é forse un pò sottodimensionato per il tipo di moto e per la ciclistica, però l’ erogazione dei suoi 95cv é molto fluida e divertente a tutti i régimi. Peccato per il cambio; decisamente duro e impreciso, con la “folle” che non si trova mai al primo tentativo.
La DB6 Delirio é un pò una sorta di via di mezzo tra una maxinaked e un motard: la posizione é quasi da motard, mentre la guida é da naked tradizionale. Anche qui abbiamo ciclistica raffinata: telaio a traliccio composito, una bella forcella da 50mm e un bel monoammortizzatore completamente regolabili e tanto ergal. La sella é molto rigida e trasmette moltissime vibrazioni.
Freni al top anche qui, con pinze e pompa radiale Brembo monoblocco sull’ anteriore. Per quanto riguarda motore e cambio, valgono le stesse valutazioni della Tesi 3D.
La DB7 infine, si può considerare l’ “ammiraglia” della casa di Rimini. E’ una versione “Abarth” della Ducati 1098s, con la quale condivide il motore. Quest’ ultimo però viene fornito “nudo” dalla Ducati, in quanto i tecnici Bimota, hanno sviluppato centralina, corpi farfallati, iniettori e cablaggi apposta per la DB7. Telaio a traliccio composito, piastre di giunzione in ergal, impianto di scarico full Titanium, codone e parafanghi in carbonio e cerchi Marchesini in alluminio forgiato, ne fanno una delle moto sportive in commercio più complete e raffinate. La posizione in sella é da sportiva pura, ma stranamente più “comoda” rispetto a Tesi 3D e Delirio. Freni Brembo monoblocco, con pompa e pinze radiali, dalle prestazioni studiate apposta per una sportiva del genere. Sospensioni al top con forcella da 50mm, mono con serbatoio in posizione privilegiata e ammortizzatore di sterzo, tutti completamente regolabili. Il Desmoquattro ha una messa a punto ottima, é fluido, corposo e anche abbastanza “lungo” per un bicilindrico. Accelerando si sente di che cavalleria dispone, ma il tutto viene tirato fuori senza “buchi” nell’ erogazione e senza cattiveria. Effetto on/off quasi inavvertibile. Anche qui il cambio non é proprio il massimo, ma comunque molto più morbido e preciso rispetto al Desmodue.
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